Come far tornare pieni i beach club dal lunedì al venerdì e rialzare lo scontrino medio
Autore: Andrea Stoppacciaro — Consulente di marketing per PMI e operatori del turismo
Stabilimenti semivuoti nei feriali, picchi la domenica, scontrino medio in calo. Per uscire dalla spirale degli sconti serve una strategia che riporti domanda qualificata dal lunedì al venerdì e valore per cliente lungo tutta la giornata. L’obiettivo non può essere “riempire agosto”, ma rendere profittevoli i giorni feriali con proposte chiare, canali che convertono e numeri sotto controllo.
Il problema
Nel 2025 il mercato balneare italiano mostra una crisi di affluenza e di spesa media:
- occupazione discontinua (lettini e tavoli pieni solo nel weekend);
- promozioni difensive che comprimono i margini;
- minore spesa accessoria su ristorazione, noleggi ed experience.
La diretta conseguenza è una cassa instabile, pianificazione difficile e qualità di servizio altalenante.
Gli effetti a catena su impresa e territorio
La compressione dei flussi sul fine settimana e su poche settimane “calde” genera una stagionalità estrema: il sabato si lavora a pieno regime, il lunedì si scende sotto la soglia di break-even. Questo alternarsi continuo di picchi e valli rende instabile la cassa, complica gli acquisti e fa lievitare i costi fissi per posto/ora inutilizzato.
Nei giorni feriali l’infrastruttura resta sottoimpiegata (lettini, cucine, attrezzature), mentre nei picchi si satura oltre il punto ottimale, con effetti su qualità percepita e soddisfazione del cliente. Le “spalle” di stagione restano deboli: aprile–giugno e settembre–ottobre non riescono a compensare le settimane centrali, riducendo l’orizzonte di pianificazione degli investimenti.
Quando l’offerta è indifferenziata, la competizione scivola naturalmente sul prezzo. Si innesca così la spirale degli sconti difensivi: si vende, ma si erode margine e valore del brand.
In parallelo, i canali non orchestrati producono visibilità ma poche prenotazioni: social e portali generano traffico disallineato, commissioni elevate e pipeline imprevedibili. Il risultato operativo è un mix pericoloso: lead poco qualificati, tempi di decisione lunghi, tassi di no-show più alti, difficoltà a praticare un pricing coerente per turni (mattina/pomeriggio/sera) e per fasce di domanda diverse.
L’impatto supera i confini dell’impresa. Nei weekend, qualità altalenante e tempi d’attesa compromettono reputazione e passaparola; nei feriali, sale il costo opportunità di strutture e personale sottoutilizzati. La gestione dello staff diventa un pendolo: turni compressi, straordinari nei picchi, demotivazione e turnover nelle settimane leggere; formazione e standard operativi faticano a stabilizzarsi.
La filiera ne risente: ordini a singhiozzo, sprechi in F&B, minore prevedibilità per fornitori e partner di esperienza.
A livello territoriale, l’instabilità dei margini riduce l’appetito per nuovi investimenti, indebolisce i progetti di destagionalizzazione pubblico–privati e rende più difficile l’accesso al credito su piani pluriennali. In sintesi, la “trappola del weekend” non è solo un problema commerciale: è un freno competitivo per l’impresa e per l’ecosistema turistico che le ruota intorno.
La soluzione (Metodo 3P Balneare)
Un approccio operativo per ricostruire la domanda feriale e aumentare lo scontrino medio
Il Metodo 3P Balneare traduce la strategia in azione quotidiana. L’obiettivo è duplice: riportare persone dal lunedì al venerdì e far crescere il valore di ogni visita.
Si parte dal Posizionamento,
perché un “lido per tutti” oggi non parla davvero a nessuno. Nel 2026 occorre definire con precisione per chi siamo perfetti e quale problema risolviamo in quei giorni storicamente più deboli. Questo significa progettare offerte pensate per segmenti specifici: le famiglie smart trovano pacchetti “mezza giornata” e “family bundle” che rendono sostenibile la scelta feriale; l’area sport & wellness vive all’alba con sunrise class, SUP, nuoto e pilates vista mare; i remote workers scoprono un “after office al mare” con Wi-Fi affidabile e postazioni ombreggiate; le aziende organizzano corporate day e micro-meeting infrasettimanali; silver e residenti vengono fidelizzati con abbonamenti feriali e percorsi soft. A valle di questa mappa, il pricing diventa coerente: fasce orarie chiare, membership che difendono il valore e add-on premium (attrezzature, food&wine, experience) che trasformano la visita in un’esperienza completa, non in un semplice noleggio di lettini.
La seconda P è Prova:
non basta dichiarare una promessa, va dimostrata con contenuti e attivazioni che rendano visibile il valore, soprattutto nei feriali. Un palinsesto editoriale ricorrente (“Agenda Feriale”, “Chef’s Pick”, “Pillole del Molo”) educa e invoglia, mentre una costellazione di micro-eventi da 20–45 minuti — degustazioni di prodotto locale, mini-clinic sportivi, mini-tour benessere — offre ragioni concrete per scegliere il martedì o il giovedì. Le partnership con scuole sport, coworking, consorzi turistici e produttori tipici allargano la base di domanda e riducono il costo di acquisizione. In parallelo, una ristorazione curata e raccontata bene (materie prime, territorio, stagionalità) eleva la percezione e sostiene lo scontrino medio: il pranzo non è “di servizio”, è parte della proposta di valore.
La terza P è Performance:
tutto ciò che non si misura non si gestisce. La priorità è spostare il traffico su prenotazioni dirette e alimentare un CRM vivo (liste, segmenti, automazioni) capace di attivare reminder meteo-sensibili e proposte di upsell al momento giusto. Le campagne midweek hanno creatività e messaggi dedicati (“After Office”, “Mezza Giornata Smart”), con offerte chiare per slot orari e target. I KPI diventano il cruscotto operativo: tasso di occupazione feriale, spesa accessoria per persona, tasso di ritorno a 30/60/90 giorni e margine per turno (mattina/pomeriggio/sera).
Su queste metriche si imposta un ciclo continuo di test & learn: si prova un prezzo, un format, una creatività; si tiene solo ciò che migliora i numeri. Così il marketing smette di vivere di “picchi” e diventa una macchina prevedibile che porta persone giuste, nei giorni giusti, con uno scontrino coerente al valore offerto.
Benefici concreti
Applicando il metodo, gli operatori vedono tipicamente cinque miglioramenti tangibili:
Riempimento feriale con pacchetti “mezza giornata”, “after office”, “school & sport” e corporate beach day.
Scontrino medio in crescita grazie a menu curati, degustazioni locali, attrezzature premium, micro-experience da 20–45 minuti.
Canali che convertono: più prenotazioni dirette, meno dipendenza da intermediazione; campagne che spingono davvero il lun–ven.
Prevedibilità: calendario eventi feriali e membership stagionali stabilizzano cassa e turni.
Valore percepito più alto: brand distintivo, riduzione degli sconti difensivi, margini più sani.
Naturalmente c’è da considerare che ogni destinazione turistica ha vincoli regolatori, stagionalità e bacini di domanda diversi. Per questo ogni consulenza che eroghiamo con il mio studio, A Studio Marketing, è su misura ma realizzato su un format replicabile:
- Audit rapido (posizionamento, pricing, canali).
- Piano editoriale e format feriali per la domanda locale.
- Programmi membership e corporate (HR, team building, offsite).
- Go-to-market per spalle di stagione (aprile–giugno, settembre–ottobre) con partner pubblici e privati.
- Formazione operativa per staff, misurazione e reporting economico per imprenditori e stakeholder istituzionali.
In definitiva, uscire dalla “trappola del weekend” non richiede rivoluzioni, ma un primo allineamento numerico e progettuale. In 30 minuti possiamo già mappare le principali dispersioni di margine, chiarire il posizionamento feriale, e selezionare 2–3 leve ad alta resa (format, partnership, pricing) da mettere a terra in 4–6 settimane. Da lì, un piano snello con KPI condivisi e verifiche cadenzate consente di procedere per passi misurabili: meno incertezza, più prevedibilità, risultati osservabili.
Andrea Stoppacciaro
A Studio Marketing
www.astudiomarketing.com