lunedì, Aprile 29, 2024
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Le asimmetrie informative tra emittente ed investitori: un accenno al caso di Banca Etruria

L’odierna economia di mercato è un sistema che si caratterizza per la necessaria collaborazione tra più agenti economici di modo da garantire il soddisfacimento dei propri bisogni, oramai costituiti da un bene comune ed unico quale la moneta.

La concreta disponibilità di moneta in capo a ciascun agente economico può articolarsi in maniera differente; per alcuni la quantità di denaro conseguito dallo scambio può eccedere quella che occorre per soddisfare i propri bisogni (c.d. unità in surplus); Per altri, invece, il denaro a disposizione può essere inferiore al necessario (c.d. unità in deficit).

Sulla base di questa dinamica si profila la definizione di sistema finanziario qualificabile come

un insieme complesso di rapporti di credito e debito di tipo dinamico e multi-relazionale, costruito su una fitta rete di legami contrattuali che mette in collegamento – attraverso il canale diretto dei mercati finanziari e quello indiretto degli intermediari finanziari – tutti gli attori del sistema economico.

(Consob – Il sistema finanziario attuale: una stilizzazione).

Ciò posto, la realtà quotidiana frappone alcuni ostacoli al corretto funzionamento della circolazione del denaro, identificabili come “market failures”, ovvero quelle situazioni in cui l’allocazione dei beni e dei servizi effettuata tramite il libero mercato non è efficiente.

Tra i diversi fenomeni riconducibili ai fallimenti di mercato, un’attenzione particolare merita il problema delle “Asimmetrie informative”, ovvero uno tra i moventi dell’attuale sfiducia degli investitori nei confronti del sistema finanziario.

Nello specifico, nel caso di operazioni di investimento aventi ad oggetto particolari prodotti finanziari, non sono disponibili, per intrinseche connotazioni di diritto o di fatto, mercati di scambio caratterizzati da adeguati livelli di liquidità e di trasparenza che possano fornire pronti ed oggettivi parametri di riferimento all’investitore.

Di conseguenza, l’Asimmetria informativa si realizza quando

“tra due parti di una negoziazione esiste una forte disparità di conoscenza circa i pregi e i difetti dell’oggetto del potenziale contratto, con la conseguenza che la parte meno informata potrà rinunciare all’affare o offrire un prezzo basso, dato che la parte più informata non riesce ad offrire garanzie credibili circa l’esatto valore e i reali rischi legati all’affare”

(Giudici P., La responsabilità civile nel diritto dei marcati finanziari).

La presenza di asimmetrie informative nel mercato dei capitali può comportare conseguenze particolarmente gravi, tra le quali le più importanti sono: l’azzardo morale, ovvero la possibilità che l’unità in deficit approfitti dell’asimmetria informativa a detrimento dell’unità in surplus attuando comportamenti opportunistici; gli agency problems, ovvero quelle condotte con cui l’agent, che agisce sotto mandato conferito dal principal, approfitta dell’asimmetria informativa a suo favore perseguendo il proprio interesse anziché quello del mandante; ed in ultimo la selezione avversa, ovvero la difficoltà nel selezionare e distinguere le imprese  sane, cioè quelle con un merito creditizio elevato, da quelle più rischiose. 

Se sul lato dell’offerta operano prevalentemente i soggetti che, emettendo strumenti finanziari, si pongono alla ricerca di capitale di debito o di rischio per il finanziamento dei loro investimenti al minor costo possibile e da negoziare sul mercato dei capitali, sul lato della domanda operano, invece, gli investitori istituzionali e le famiglie alla ricerca della più efficiente allocazione del proprio risparmio.

Appare necessario sottolineare il fatto che la clientela c.d. “al dettaglio”, ossia quella con minore esperienza e conoscenza finanziaria, si trova così a dover riporre massimo affidamento nell’assistenza dell’intermediario finanziario, nazionale o comunitario, affinché valuti l’adeguatezza e l’appropriatezza della transazione e delle condizioni economiche da applicare alla medesima, di cui non è in grado di giudicarne la congruità.

Sennonché il totale asservimento in capo ai professionisti di settore non agevola la situazione dell’investitore dato che, molto spesso, gli intermediari non si limitano ad esercitare l’attività di intermediazione per conto di terzi, ma approfittano dell’asimmetria informativa che caratterizza i rapporti tra le parti, inducendo i risparmiatori ad effettuare acquisti avventati o poco prudenti, fino al puntale tale di dar vita a fenomeni coniati con il termine di “risparmio tradito”.

A tal riguardo, un esempio emblematico è stata la crisi di Banca Etruria in quanto incentrata, nei suoi vari aspetti, su problemi di asimmetria informativa tra la banca ed i piccoli risparmiatori, nonché a situazioni di conflitto di interessi dei soggetti posti al vertice della stessa.

Nello specifico, il 10 febbraio del 2015, venne ufficializzata la situazione di crisi di Banca Etruria, allorquando il Ministero dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d’Italia, pose la banca in amministrazione controllata; Tale decisione venne assunta sulla base di perdite del patrimonio emerse da due ispezioni della Banca d’Italia e relative alle rettifiche sul portafoglio crediti, fino a giungere a fine 2015 quando la situazione divenne talmente grave che non restò nient’altro da fare se non porre Banca Etruria in liquidazione coatta amministrativa

Senza addentrarci troppo nel merito della questione, uno degli aspetti peculiari della crisi di Banca Etruria fu la vendita di obbligazioni subordinate da parte della Banca a piccoli investitori retail, i quali, nella maggior parte dei casi, non erano in gradi di accorgersi della situazione di crisi della banca e perciò, fidandosi della stessa, comprarono i bond Etruria, invece che venderli ad investitori qualificati ed istituzionali e quindi in possesso di un bagaglio informativo accreditato che gli avrebbe consentito di prevedere che le obbligazioni non avevano mercato.

L’importanza della questione spinse la procura ad aprire un fascicolo per il reato di truffa che si è conclusa in primo grado a settembre 2019 con nove assoluzioni e quattro condanne.

Nonostante il giudizio emesso, la vicenda di cui si discute è importante in quanto sottolinea l’importanza di reprimere e prevenire i fallimenti di mercato, tra cui l’asimmetria informativa, attraverso la diffusione di una corretta educazione finanziaria tra il pubblico degli investitori, fondata sull’importanza della trasparenza e correttezza informativa.

Di Alessandra D’Agostini, collaboratrice presso la cattedra di Diritto Commerciale e Mercati Finanziari del Prof. Lener, dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

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