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A patti con il diavolo. I risparmiatori trovano un accordo con il Covid-19

Risparmio tradito: il Decreto Legge “Cura Italia” non dimentica il Fondo Indennizzo Risparmiatori.

Il coronavirus non è riuscito a paralizzare il ristoro a favore dei risparmiatori previsto dalla legge del 30 dicembre 2018 n.145, come novellata dalla L. 28 giugno 2019, n. 58 ed integrata dalla Legge di bilancio 2020 – L. 27/12/2019 n. 160.

Il Decreto Legge Cura Italia del 17 marzo 2020, contenente misure urgenti per fronteggiare la pandemia, non dimentica infatti il F.I.R., ovvero il Fondo Indennizzo Risparmiatori istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze ed al quale i risparmiatori traditi dalle banche sottoposte a liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1° gennaio 2018 avrebbero dovuto presentare domanda di accesso entro la data del 18 aprile 2020.

L’art. 50 del Decreto Cura Italia, infatti, proroga la scadenza prevista per i risparmiatori (ed i loro successori e familiari) che avevano acquisito la titolarità dei titoli indennizzabili, spostandola al 18 giugno 2020, così recependo le istanze dei molti che nei giorni scorsi avevano evidenziato la difficoltà di poter rispettare la data di invio delle domande in una situazione di immobilità forzata, e dunque di maggior disagio per il reperimento e la predisposizione della documentazione utile alla presentazione delle richieste.

I titolari di azioni ed obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e le loro controllate, in possesso dei requisiti precisati nel portale specificamente istituito ai fini del FIR https://fondoindennizzorisparmiatori.consap.it/, possono dunque contare sulla concessione di un maggior e più ampio termine.

Ma non solo.

Il Decreto Cura Italia prevede, inoltre, che agli obbligazionisti o agli azionisti in attesa del piano di riparto, e dunque a coloro che avessero già presentato la domanda, possa essere corrisposto un anticipo, nel limite massimo del 40 per cento, dell’importo dell’indennizzo, così come deliberato dalla Commissione tecnica a seguito del completamento dell’esame istruttorio previsto dalla normativa speciale.

Buone notizie, dunque, per i risparmiatori già vessati dalle Banche predette, che potranno da ora contare sulla possibilità di un ristoro, sia pure parziale, anticipato dei danni già patiti.

Di avv. Erika CacciatoreAvvocati Studio.

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Vedi anche https://www.asfinanza.com/il-coronavirus-non-ferma-i-risparmiatorio-forse-si/

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